Identificare un nido di vespe significa distinguerlo da un nido di api. E’ una distinzione fondamentale in quanto il primo va distrutto appena possibile, mentre, di fronte al secondo bisognerà contattare l’apicoltore più vicino, che recuperati tutti i componenti della colonia li trasferirà presso un’ arnia di allevamento preservando il contenuto del fuco.
Le api infatti, al contrario delle vespe costituiscono un patrimonio per l’ecosistema, provvedono all’impollinazione di fiori e frutti, e in più, forniscono sostanze benefiche quali il miele, la cera, la pappa reale e la propoli, con quest’ultima vengono chiusi i fori dell’alveare ed è un antisettico naturale dall’elevato potere cicatrizzante. Lo stesso veleno delle api viene considerato terapeutico per i reumatismi e i dolori articolari e fin dall’antichità molte malattie venivano curate con i prodotti dell’alveare.
Un’ulteriore differenza tra le vespe e le api riguarda la puntura. Le api possono pungere una volta sola nella vita, a causa della forma seghettata del pungiglione che rimane conficcato nella cute. L’ape, nel tentativo di liberarsi, si lacera e tessuti e muore poco dopo. Le api non sono insetti aggressivi e pungono se si sentono in pericolo, il loro veleno serve a difendere l’alveare dalle intrusioni. La vespa invece, a seconda della specie, ha gradi anche elevati di aggressività, il veleno serve ad immobilizzare gli insetti di cui si ciba per poterli catturare. Con il suo pungiglione liscio può pungere ripetutamente anche in breve tempo. I veleni dei due insetti hanno composizioni analoghe e possono provocare reazioni allergiche modeste o molto importanti.
Veleni diversi
L’istamina è la sostanza più comune nel veleno di ambedue gli insetti, provoca dolore, prurito, e dilatazione dei capillari sanguigni con rigonfiamento della zona interessata. Tuttavia, il veleno della vespa contiene anche degli enzimi che ne rafforzano la tossicità. La reazione antistaminica può essere violenta, e nei soggetti allergici portare allo shock anafilattico con conseguenze anche gravi. Il veleno in sé non è letale, sarebbero necessarie, per un individuo adulto e non allergico, migliaia di punture per provocarne la morte. Ciononostante una puntura al collo può provocare un edema della laringe e problemi respiratori per la tumefazione delle vie aeree superiori. In più l’odore del veleno agisce da ferormone e può provocare l’aggressione di altre vespe nelle vicinanze.
La famiglia delle vespe
Le vespe appartengono all’ordine degli Imenotteri, alla famiglia delle Vespidae e alla superfamiglia Vespoidea. Distinguere morfologicamente l’ape, che appartiene invece alla famiglia delle Apidae, rappresenta già un indizio per capire se si ha davanti un nido di vespe. La mandibola dell’ape, che non ha bisogno di fare grande uso dell’apparto masticatore è molto più ridotta di quello della vespa, che, viceversa ha ridotta la ligula, che serve all’ape per succhiare il nettare. Le spazzole presenti sul terzo paio di zampe dell’ape, le servono a raccogliere il polline e trasportarlo anche per lunghe distanze, sono completamente assenti nelle vespe. Queste non si cimenteranno mai nella classica danza ad 8 rovesciato o in circolo che serve alle api da richiamo alle sorelle operaie.
In Italia sono presenti più generi di vespe: la vespa europea, o “calabrone” (Vespa crabro Linneaus), e la sottospecie “vespa cabro germana”, presente su tutto il territorio; la “vespa orientale” (Vespa Orientalis Linneaus) presente al sud e in Sicilia; la “vespa asiatica” (Vespa Velutina Lepeletier) nella sottospecie “vespa velutina Nigrithorax du Buysson”, la Polistes Dominula(Linnaeus), riconoscibile per le “guance” gialle e la Polistes Gallicus (Linnaeus,) segnalata in Liguria, in Piemonte e nelle Marche. Tutte hanno le caratteristiche striature gialle, più o meno tendenti al bruno, che condividono con l’ape.
La ricerca dei nidi
Le vespe di solito costruiscono il nido sotto il terreno o sotto la sabbia. Questi nidi non sono facili da individuare ma è urgente quando si trovano in un giardino o in un orto, dove le vespe rovinano i frutti di cui sono ghiotte. L’ingresso del nido può essere segnalato da un piccolo cumulo di terra al di sotto del quale si sviluppano le celle, o dalla presenza dei maschi che difendono l’area intorno al nido. Le vespe del genere Polistes (Polistinae), sono chiamate vespe cartolaie perchè impastano saliva e legno producendo un materiale simile al cartone. I nidi così ottenuti si trovano nella cavità dei tronchi o tra le rocce, ma anche a bordo piscina, dietro i pensili della cucina o nei cassoni delle tapparelle, nei luoghi strani ma di facile accesso. Questi nidi sono più piccoli degli alveari, misurano all’incirca 10-20 centimetri e contengono da 150 a 200 celle, tutte visibili.
Per riuscire ad individuare i nidi delle vespe è sempre utile osservare gli insetti, alla fine vi fanno sempre ritorno soprattutto se hanno appena recuperato del materiale utile per la costruzione. Il momento migliore per intervenire è la notte, quando tutte le vespe sono all’interno, eliminando la regina non ci sarà pericolo che nello stesso anno si formi un nuovo